Una casa delle bambole domotica: Barbie cambia i giochi delle bambine 

29 June 2017

Domotica e tecnologia possono aiutare a cambiare le regole del gioco. Se venti anni fa le bambine amavano destreggiarsi tra finti fornelli e veri tegamini, adesso devono fare anche i conti con l’internet delle cose (IoT), vivendo in case dove le luci si accendono e si spengono a distanza, mentre frullatori e tostapane entrano in azione quasi per magia. Non è il mondo di Harry Potter e non lo sarà mai se le nuove generazioni non imparano a rompere quel sortilegio che vuole la donna in secondo piano, e se va peggio, vittima di violenza.

 

Cambiare prospettiva: questo l’impegno di Bet She Can, Fare x Bene, Mattel e PWN Milano, cioè una fondazione, una onlus, una grande industria del giocattolo e una rete di attente professioniste, con l’obiettivo di insegnare un principio semplice ma disatteso: fai quello che desideri. Un messaggio rivolto alle bambine in età pre-adolescenziale, a chi appena si è affacciata alla sfera dei «teen», a chi continua a guardare alla propria Barbie per sentirsi astronauta, web designer, esploratore, o scienziata. «Una società meritocratica che abbia abolito i pregiudizi inconsci sull’uguaglianza di genere è possibile solo se si interviene sui ragazzi e sulle ragazze, sin dalla più tenera età», dice Roberta Toniolo, Presidente di PWN Milan. E Spiega: «Ed è proprio il gioco una delle componenti fondamentali nella formazione delle nuove generazioni. Per questo motivo PWN Milano ha aperto un dibattito sul tema della libertà di scelta e sulla neutralità nel gioco, e su come questo possa contribuire a far crescere donne più consapevoli e meno vincolate nelle loro scelte da stereotipi obsoleti». 

Si parte dalla casa delle bambole in versione domotica e dallo zainotronico. Due progetti sviluppati da Bet She Can, fondazione nata due anni fa dall’iniziativa della sua presidente, Marie-Madeleine Gianni, una cittadina d’Europa come si definisce lei, cresciuta tra Canada, Olanda, Germania e Francia dove si è laureata in Economia e Giurisprudenza per poi arrivare in Italia e fare la spola tra Milano e Reggio Emilia, dirigente da una parte e madre dall’altra. Un’esperienza internazionale che oggi intende trasmettere alle più piccine. «Bet She Can è una fondazione volta all'empowerment delle bambine da 8 a 12 anni che diventano centro del cambiamento – dice Gianni - Con un mero 7% di presenza femminile negli istituti professionali, è necessario rimettere in discussione stereotipi e pregiudizi di genere nel campo dei mestieri scientifici. Con l’Istituto Tecnico-Professionale Galilei-Luxemburg di Milano abbiamo coinvolto 24 bambine di quinta elementare dell’IC Calasanzio e dell’IC Munari e 32 studenti delle classi di Meccanica, Meccatronica e Operatore elettrico. Sono nate fantastiche avventure alla scoperta della domotica, della meccanica e dell’automazione. Così ha preso forma "Magie in casa!”, un laboratorio di domotica nel quale sono stati realizzati 12 prototipi di casette “magiche”, animate da impianti domotici con sensori di allarme e di gestione dell’illuminazione. "Zainotronico" è invece un laboratorio di meccanica nel quale è stato ideato e costruito un prototipo di carrello porta-zaino automatizzato e intelligente. Una bella sfida per tutti i soggetti coinvolti». Un successo che sarà ripetuto nel prossimo anno scolastico, arricchendosi di nuovi percorsi sia con l’Istituto Galilei-Luxemburg di Milano, sia con altri Istituti Tecnico Professionali e Scuole Elementari in tutta Italia.  

È in prima linea nella lotta al bullismo e al cyberbullismo la onlus Fare x Bene che coinvolge studenti delle elementari, medie e licei. «Lavoriamo con circa mille ragazzi all’anno, usando giochi di ruolo e le lezioni non sono preorganizzate», dice la psicologa Annapaola Primavesi. E spiega: «Agli studenti viene chiesto di compilare un questionario, sia prima del nostro intervento sia un mese dopo. Viviamo in un mondo di stereotipi che sono difficili da combattere. Dai questionari, emerge un’idea dell’amore molto romantica. Molte ragazze sono convinte di cambiare un uomo violento attraverso l’amore. Cerchiamo di far loro capire quanto sia importante chiedere aiuto nei casi di violenza, che chiedere aiuto non è sinonimo di sudditanza e una vittima non lo è per sempre. Siamo attenti anche al mondo social cercando di far capire la differenza tra un profilo pubblico e uno privato. Riguardo al bullismo, cerchiamo di svelarne le varie forme, tra cui quella dell’isolamento che è la più difficile da identificare».  

I padri delle figlie femmine sanno quanto sia importante «infrangere gli stereotipi». Sanno anche che «alle ragazze piace giocare a calcio», «costruire un rifugio” e «arrampicarsi sugli alberi». È inusuale lo studio fatto da Mattel su 500 padri italiani con figlie minorenni. La ricerca, condotta da Isabel Ferrer, direttore marketing del brand Barbie, è culminata in una lista di «venti cose che i padri possono fare con le loro figlie» che, da primedonne, vogliono «sentirsi speciali». È questa la voce che si è guadagnata il primo posto, mentre all’ultimo troviamo «allacciare le scarpe da ballo». Sono padri che devono darsi da fare con figlie che li vorrebbero parrucchieri (fare la treccia ai capelli), maestri di danza (devono sapere «che cosa è una piroetta»), designer di moda («quanto è importante abbinare i colori») e anche un po’ inventori (quali sono gli oggetti che possono trasformarsi in un fantastico microfono da popstar). Inoltre, sanno perfettamente «come fare una ruota», «pattinare sul ghiaccio» e «come fermare un incubo». Lo studio dimostra che il 73% dei papà conosce l’importanza di insegnare alle proprie figlie che «essere gentili e coraggiose è più importante che essere belle» e le aiutano a prepararsi per il futuro: il 65% pensa che incoraggiarle a credere in loro stesse sia la lezione più importante che possano insegnare, mentre il 42% prova a dare insegnamenti di carattere più pratico come «insegnarle il valore del denaro in giovane età».  

Intanto, negli Stati uniti, a gennaio, Mattel ha lanciato il proseguimento della campagna «Con Barbie puoi essere tutto ciò che desideri», in occasione dei Playoffs NFL. Il nuovo spot mostra sei veri papà che giocano con la bambola più famosa al mondo, insieme alle loro bambine. Il video da 90 secondi e 3 «pillole» si chiude con una frase: «Passare del tempo nel suo mondo immaginario è un investimento per il suo futuro».

Leggi l'articolo a firma di Lorenza Cerbini pubblicato sulla 27Ora

We use cookies to ensure you get the best experience on our website. Find out more here.

I accept cookies from this site